Alla scoperta di Buonforte

Ha da poco fatto il suo ritorno sulle scene Buonforte, cantautore giovane con prospettive importanti di crescita davanti; il suo nuovo singolo, “Sogni da vendere”, ci è piaciuto particolarmente e per questo abbiamo deciso di fare qualche domanda all’artista.
Buonforte, è un piacere averti sulle nostre colonne! Allora, raccontaci un po’ di te: chi è Buonforte, utilizzando solo tre aggettivi (più uno bonus, che invece non ti “racconta” affatto!).
Ciao! Non voglio essere banale con “creativo” ecc. quindi vi dico “amante”, di tante cose, “sfidante”, nel senso che mi pongo costantemente tante sfide, e “consapevole”.
Aggettivo bonus: “semplice”.
Da dove nasce il tuo percorso? Quali sono i primi ricordi che serbi del tuo incontro con la musica?
Ho uno zio che racconta sempre di ricordarsi di me da bambino che canto “L’isola che non c’è” di Bennato in continuazione. Effettivamente canto da sempre. Il percorso artistico, però, credo derivi dall’approccio al primo strumento, la chitarra, 10 anni fa. Ho imparato a suonare la chitarra da autodidatta, purtroppo, spinto dalla musica di autori moderni. All’età di 16 anni ho iniziato a scrivere i primi testi ma non all’interno di canzoni; scrivevo, e scrivo tuttora, pensieri di ogni tipo. Solo due anni dopo ho scritto le mie prime canzoni. Poco dopo ho iniziato a studiare pianoforte.
Sei un cantautore dal piglio estremamente pop: nella tua musica sembrano fondersi anime diverse. Quali sono i punti di riferimento di Buonforte? A livello musicale, ma se vuoi anche letterario o extra-artistico!
Tra i miei punti di riferimento musicali sicuramente ci sono autori pop internazionali come Ed Sheeran ma anche cantautori italiani come Lucio Dalla, Pino Daniele, Francesco De Gregori e Antonello Venditti. Negli ultimi anni ho ripreso a leggere di più ma non saprei dire se c’è qualche autore in particolare che riporto nella mia musica.
“Sogni da vendere” è un racconto intimista di Buonforte, che mantiene la sua matrice acustica fino alla fine del brano. Come nascono le tue canzoni, di cosa hai bisogno per scrivere una canzone?
Sì, ci tenevo che la produzione non cambiasse la natura acustica del brano perché aumenta l’intimità della canzone. Come la maggior parte delle mie canzoni, anche “Sogni da vendere” è stata scritta di notte (il brano inizia appunto con “Tutto dorme ed io resto qui”). Non so bene il perché ma, per scrivere, ho bisogno di lavorare, studiare, riempire la giornata in qualsiasi modo ed arrivare la sera stanco ma pieno di pensieri. Scrivere è il mio strumento per fermarmi e riflettere, per dare spazio anche a questi pensieri, per ascoltarmi. Non scelgo quasi mai l’argomento del testo delle mie canzoni, questo viene scelto dalla musica. In qualche modo scrivere è un’altra forma di grande movimento.
Il titolo del tuo nuovo singolo è piuttosto evocativo: come ci si libera dalle paure che non fanno volare le rondini che abbiamo dentro?
Domanda stupenda! Italo Svevo direbbe che il primo passo per risolvere un problema è riconoscerlo. Io condivido molto questa filosofia. Personalmente, sto lavorando molto sul non nascondere delle parti di me. Spesso mi capita di non ammettere dei lati del mio carattere perché li considero degli spigoli ma credo che questi rimarranno spigoli fino a quando non li accetto, solo dopo si trasformeranno in pregi o addirittura in punti di forza.
Sei umbro, e dalla provincia sembri ben deciso a muoverti verso il cuore dell’impero: che rapporto hai con le tue radici, e cosa ne pensi della scena musicale-culturale della tua città?
Sono umbro ma molto ibrido, ho parenti in Piemonte, nelle Marche, in Toscana e in Basilicata, quindi non mi sento proprio di appartenere ad un territorio in particolare. Nonostante questo amo Perugia, penso sia bellissima. Credo, però, che sia una città con un potenziale immenso ma inespresso, come fosse il Perugino senza i suoi quadri. C’è da dire che ultimamente sono nati vari festival musicali molto interessanti che stanno prendendo sempre più piede quindi spero di cambiare presto opinione. Spero di poter contribuire anch’io allo sviluppo artistico-culturale della città con tanti concerti ed eventi.
Salutiamoci con una promessa: scegli tu quale!
Pubblicherò il mio primo album da indipendente in autunno. Vi prometto che ci accomunerà, che ci mostrerà simili in tante sfaccettature diverse. Inoltre, vi prometto che lo porterò in giro per l’Italia il più possibile