Il secondo piano di Millepiani con vista sull’Universo

Millepiani ormai lo conosciamo bene, è uno degli artisti più ispirati della nuova generazione di cantautori: un cuore intriso di poesia, che non smette di cercare il proprio punto di stabilità nelle zone d’ombra del pensiero, nel tentativo di trovare nuove forme per esprimere concetti che si fanno, di brano in brano, sempre più pretenziosi, sfidanti.
Dopo il disco d’esordio “Eclissi e Albedo”, pubblicato qualche tempo fa con plauso degli addetti al settore, incuriositi certamente da una scrittura quanto mai “anomala”, Millepiani ha deciso di rimettersi l’elmetto pubblicando, qualche mese fa, il distopico “Krakatoa”, una riflessione sull’universo e la condizione dell’umanità che ritroviamo anche in “Un bagno di stelle”, il secondo estratto dal disco che verrà di Alessandro.
“Un bagno di stelle” è una riflessione cosmica che parte dal basso, da una coppia stesa a guardare il cielo e il mare: l’infinità della visione restituisce ai due la sensazione di essere dei “puntini” nell’universo, contemplando l’assoluta e inconoscibile vastità di un cosmo non accessibile. La sonorità rimane quella che Millepiani aveva già dimostrato di prediligere con le precedenti pubblicazioni: tra Battiato e Subsonica, un mix di canzone d’autore ed elettronica che trovano il giusto spazio di risonanza in un testo magmatico, che con le sue verbose colate di parole avvolge l’ascoltatore a tratti intontendolo, ma riuscendo a smuovere in lui la curiosità di non fermarsi al primo play.
C’è una richiesta d’attenzione, un tentativo di far sì che l’ascoltatore possa indugiare sul brano: una sfida che Millepiani proietta su sé stesso prima ancora che sul pubblico, impegnandosi in una dissertazione sui massimi sistemi alla quale l’audience contemporaneo non crediamo sia ancora pronto. Tuttavia, resistere e proteggere gli spazi d’espressione che una penna del genere offre risulta necessario, proprio perché cantautori coraggiosi come Millepiani sembrano essere sempre più in via d’estinzione.