Quattro chiacchiere con Andrea Natale per RED EROS

Quattro chiacchiere con Andrea Natale per RED EROS

Vi presentiamo oggi sulle nostre pagine un’interessante intervista ad Andrea Natale di Bluebelldisc Music, che ci parla della nuova pubblicazione RED EROS, un racconto tra cinema italiano e musica sulle note dei brani colonna sonora di alcuni film giallo erotici firmati dal grande Natale Massara.

Ciao Andrea e benvenuto. RED EROS segna un passo importante per la tua Bluebelldisc. Ci racconti la genesi di questa nuova pubblicazione?


Grazie per avermi ospitato sul vostro magazine. Senza dubbio RED EROS è un progetto curioso e che nasce da un vissuto personale in termini culturali e amicali. Il primissimo pensiero di produzione creativa per questa pubblicazione risale per la precisione a fine agosto 2021quando proposi a Natale Massara la pubblicazione della sua colonna sonora originale per il film Cattive inclinazioni di Pierfrancesco Campanella, ribadita a fine novembre dello stesso anno e prospettata come uscita per il 2022/23.

Inizialmente pensavo a una pubblicazione discografica concomitante con i 50 anni di attività cinematografica di Massara (iniziata nel 1972) e coi vent’anni del film stesso di Campanella (uscito nel settembre 2003). Il progetto poi è rimasto in realtà latente per un anno, finché è riaffiorato nel novembre 2022 ma in una veste più articolata; ovvero, oltre alla colonna sonora inedita di Cattive inclinazioni, avrebbe compreso anche parte di altre due colonne sonore composte da Massara per precedenti film di genere giallo-erotico, ovvero Graffiante desiderio di Sergio Martino (1993) e Bugie rosse di Pierfrancesco Campanella (1994).

Il 5 dicembre 2022 ho comunicato per la prima volta il titolo RED EROS a Massara e la composizione del progetto, con una selezione da sue tre colonne sonore differenti e un numero di tracce che dovevano essere inizialmente 15 (5 per film), poi 18 (6 per film) e infine stabilite in 24 (6 per Graffiante desiderio e Bugie rosse e 12 per Cattive inclinazioni). Quindi il progetto è stato poi rifinito e portato avanti regolamente a livello di produzione esecutiva dallo scorso dicembre, quando decisi anche di farlo uscire in occasione del Record Store Day 2023 (inizialmente programmato per il 15 aprile, poi posticipato di una settimana al 22 aprile).

In realtà non è la prima volta che ti occupi con Bluebelldisc di cinema e colonne sonore. Quali sono stati i precedenti?


Esatto, ci sono altri tre prodotti Bluebelldisc che legano musica e cinema. Il primo, uscito in occasione del Record Store Day del 12 giugno 2021 è il vinile 33 giri dell’album Omaggio a Donaggio (uscito anche come album digitale), che raccoglie 14 composizioni originali della pianista e compositrice Isabella Turso (che è anche A&R di Bluebelldisc), scaturite da spunti tematici e citazioni tratti dalle musiche di Pino Donaggio per diversi film da lui realizzati come compositore, dagli esordi della sua carriera (Don’t Look Now, 1973) a più recenti lavori (come Passion di Brian De Palma di dieci anni fa).

Un disco sicuramente unico e affascinante perché rappresenta una sorta di ridimensionamento e rilettura rispettosamente creativa da parte di Isabella della carriera compositiva di Donaggio (che ha naturalmente caldeggiato questo album e ne ha seguìto il processo creativo e realizzativo con estrema partecipazione, anche perché è l’unico progetto discografico in cui un artista terzo ha creato opere nuove dedicate a Donaggio e non si è limitato a farne meno invasive trascrizioni/arrangiamenti/cover).
Qualche mese dopo Omaggio a Donaggio (siamo nel dicembre 2021) Bluebelldisc pubblicò Two Evil Eyes, colonna sonora originale composta da Donaggio per il film horror di Dario Argento e George A. Romero, uscito nei cinema italiani nel gennaio 1990 e in quelli americani nell’ottobre 1991.

E’ stato pubblicato in compact disc limited edition (ora sold out) e album digitale. In quel caso trattavasi di ristampa digitale del vinile album 33 giri che venne pubblicato nel 1990 dalla Ricordi International su licenza Faso Film. Proposi l’idea a Marta Manzotti (attuale titolare della Faso Film e figlia del produttore Achille Manzotti) e così nacque questa bella release di un four-handed cult movie di Argento e Romero, una perla nel catalogo della mia label e una milestone nella discografia cinemusicale di Pino Donaggio.
Arriviamo dunque a RED EROS e anche a Operazione Underscore – non item discografico ma librario – saggio che argomenta del cinema e delle colonne sonore di 007 e che uscirà praticamente il giorno dopo RED EROS (22 aprile), ovvero il 23 aprile, in occasione del World Book Day. Quindi il binomio Bluebelldisc-cinema attualmente equivale e vive in tre prodotti discografici e a uno di editoria libraria, con netta prevalenza del cinema noir e di genere.

Mentre la figura di Natale Massara quando entra nella tua vita e in quella di Bluebelldisc?


Conoscevo Natale prima ancora che nascesse la Bluebelldisc. Il nostro primo incontro telefonico e poi di conoscenza dal vivo risale al 2016 e fu grazie alla mia già triennale conoscenza e amicizia con Pino Donaggio, storico partner artistico di Natale per la musica applicata. Nell’ottobre 2016 intervistai Massara per il web magazine ColonneSonore.net e da allora è nata tra noi una reciproca stima e amicizia che, sette anni più tardi, ci ha fatti ritrovare come collaboratori in un progetto discografico marchiato Bluebelldisc, che racconta una fetta importante dell’attività per il cinema di Massara nella sua veste di compositore e non soltanto (come in gran parte della sua carriera) di arrangiatore/orchestratore e direttore in sala di incisione per le colonne sonore di altri compositori, come Pino Donaggio. RED EROS ci presenta e fa incontrare e scoprire un Natale Massara che compone e dirige le sue (fantastiche) musiche.

La cosa interessante di RED EROS è che molti brani sono inediti. Come sei riuscito a rendere possibile la pubblicazione? Sappiamo che ci sono altri editori coinvolti in questa importante operazione.


Sì esattamente, a differenza della precedente OST Two Evil Eyes di Pino Donaggio, che come abbiamo visto non era inedita ma ritampata/digitally remastered, RED EROS contiene 12 brani “semi-inediti” (quelli di Graffiante desiderio e Bugie rosse) – ovvero pubblicati nel 1994 dalla Warner Chappell ma su un CD non destinato alla vendita pubblica e al mercato discografico ma soltanto in funzione di library promozionale del catalogo Warner – e altri 12 invece totalmente inediti a livello discografico – quelli di Cattive inclinazioni che, come detto, ha generato l’idea del progetto che poi è diventato RED EROS. Per realizzare il progetto discografico ho contattato gli editori musicali (che, nelle colonne musicali, sono anche i produttori di fonogrammi delle stesse, ovvero le colonne sonore), che sono Warner Chappell Music Italiana per i film degli anni Novanta (che hanno come editore Warner perché la Warner Bros. distribuì anche i due film nei cinema) e Café Concerto Italia per Cattive inclinazioni. In questo caso ho agito per vie tecniche, inoltrando una richiesta di licenza fonografica, presentando il progetto e siglando gli accordi di licenza con le due società editoriali. Quindi il progetto RED EROS è stato possibile anzitutto grazie agli editori originali, alla loro disponibilità, sensibilità e apprezzamento, perché il materiale che Bluebelldisc pubblica nel suo prodotto discografico è di loro proprietà.

I film dai quali sono tratti i 24 brani di RED EROS sono “Graffiante desiderio”, “Bugie rosse” e “Cattive inclinazioni” Ti va di raccontarci in breve queste pellicole e di spiegarci perché sono importanti?


Sono tre film interessanti e intriganti e ognuno ha un significato speciale che provo a identificare.
Graffiante desiderio è l’ultimo thriller del regista romano Sergio Martino, dopo il suo debutto nel genere con Lo strano vizio della signora Wardh nel 1971. Sergio Martino è stato uno dei massimi esponenti (secondo me anche il vero alchimista) del genere giallo-erotico italiano e i suoi film hanno sempre una vena di morboso soft-erotismo in trame forti e mozzafiato, a volte veramente sconvolgenti e claustrofobiche, come se fossero fiabe nere al ritmo del giallo.
Nel cast del suo film (uscito nelle sale esattamente trent’anni fa, nell’aprile 1993) figurano Vittoria Belvedere, Ron Nummi, Serena Grandi e Andrea Roncato. Più che un vero giallo, questa pellicola gira intorno alla trama fatale della ammaliante e schizofrenica Sonia (interpretata da una bellissima Vittoria Belvedere, allora 21enne), che condurrà Luigi in un vortice di passione e autodistruzione, con uno scopo ben preciso (di folle vendetta personale).
Bugie rosse, film diretto dal regista romano Pierfrancesco Campanella, annovera nel cast artistico Tomas Arana, Lorenzo Flaherty, Gioia Scola, Alida Valli, Gianfranco Jannuzzo, Barbara Scoppa, Natasha Hovey e Paolo Calissano.    
Si tratta di un thriller-erotico, inquietante mix di sesso e violenza, divenuto negli anni una sorta di cult-movie. Distribuito con successo in molti Paesi europei (col titolo The Final Scoop) e del Sudamerica (col titolo Submundo da paixao).   
All’epoca dell’uscita cinematografica di Bugie rosse (avvenuta il 5 maggio 1994), la pellicola suscitò una forte attenzione da parte di tutti i media, anche grazie alle contestazioni rivolte al regista Campanella dalle associazioni gay italiane che non gradivano il modo troppo “crudo” di descrivere gli ambienti omosessuali. Argomenti sempre sensitive anche a distanza di trent’anni.
Cattive inclinazioni, sempre diretto da Campanella, è un film con Eva Robin’s, Mirca Viola, Elisabetta Cavallotti, Elisabetta Rocchetti, Florinda Bolkan e Franco Nero, distribuito nelle sale il 26 settembre 2003 (quindi proprio quest’anno ricorrono i vent’anni della sua uscita).   
Si tratta di un noir con sfumature grottesche, con molte scene sconvolgenti di sangue e di nudo.
Una storia decisamente sopra le righe, con individualità a tinte forti che agiscono in situazioni estreme. Un thriller atipico, permeato da una sottile sensualità e da una strisciante, ironica follia trash. Il pretesto per presentare una feroce analisi sulla spettacolarizzazione della cronaca nera nei talk-show, dove sedicenti “esperti” condizionano l’opinione pubblica e, forse, addirittura le aule giudiziarie.
Personalmente ho apprezzato questi tre film per la loro capacità di rileggere determinati stilemi del cinema di genere italiano, con una personalizzazione e delle tinte oscure fatte di citazionismo da un lato e nuova autorialità dall’altro. Teniamo presente poi che, negli anni Novanta, il cinema giallo italiano era un genere già praticamente defunto e non era facile riproporlo sul grande schermo e riscuotere interesse (e coseguente successo). La spinta che tentò di imprimere Sotto il vestito niente dei Vanzina a metà anni Ottanta si esaurì di lì a poco. Questo però diede origine a prodotti che nascevano dalla reale passione dei loro autori e registi, non essendo più giustificabili con la “gold rush” che poteva aver senso, per esempio, nel thrilling degli anni Settanta.

Per concludere, qualche parola sulla tua Bluebelldisc: in un mondo tanto complesso quale quello dell’editoria, dove si colloca? E, avendo un importante passato alle spalle, dove vorresti fosse nel futuro?


Bluebelldisc è forse un po’ come i film che ho menzionato: una nuova creatura datata 2019 ben ancorata a un passato in cui le cose giravano inevitabilmente in modo diverso. Si colloca nella pletora delle indie labels che tuttavia sono le vene aurifere della discografia perché, a differenza di una grossa società editoriale e discografica – che inevitalbilmente ha logiche produttive ed esecutive più condizionanti, strategiche e anche standardizzate – una indie può permettersi atteggiamenti più passionali-sperimentali, ovvero rischiare verso qualcosa che non fa nessun altro, sperando che questo le rechi anche interesse e fortuna.

E devo altresì rilevare che i progenitori della Bluebelldisc, ovvero la Bluebell Records nel 1959-67 e la Belldisc Italiana nel 1967-70, sono nate come realtà indipendenti per inziativa di un grandissimo artigiano della discografia qual era Antonio Casetta, che pubblicava anzitutto ciò che gli piaceva come persona fisica e cultore della discografia; oggi è ricordato come il primo vero discografico di Fabrizio De André, quindi un mito assoluto.

Col senno di poi la viviamo così, ma allora il successo di De André non era affatto scontato e sicuro e quindi Casetta ha a suo modo dovuto rischiare. Idem Raoul Casadei, pubblicato senza nessuna velleità di fare business e rivelatosi poi invece un artista di estremo successo per la Produttori Associati e ancor oggi in auge grazie alla sua legacy familiare.

Quindi, la Bluebelldisc (in coerenza anche con la sua radice nominale-floreale bluebell) è una realtà che semina per far crescere sempre qualcosa di sano, bello e di qualità, che resti impresso e che renda sereni e appassioni ancor più chi ama il settore dell’editoria musicale e produzione discografica e ne ammira e fruisce della sua semplice esistenza.

a cura di
Redazione

STAFF

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *