Selvaggia Lucarelli contro Chiara Ferragni: la giornalista critica duramente l’influencer

Selvaggia Lucarelli contro Chiara Ferragni: la giornalista critica duramente l’influencer

Selvaggia Lucarelli ha pubblicato il suo lungo commento di critica contro il monologo di Chiara Ferragni sul palco del Teatro Ariston

La giornalista Selvaggia Lucarelli è stata una delle poche persone che ha duramente criticato il discorso dell’influencer Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston in occasione della sua co-conduzione durante la prima serata del Festival di Sanremo.

La Lucarelli ha dimostrato di non avere alcuna pietà per il monologo autoreferenziale dell’imprenditrice la quale ha messo in secondo piano la tematica femminista, privilegiando un egoistico elencare ciò che l’ha resa una delle donne più influenti e ricche d’Italia.

Secondo la Lucarelli si è trattato di un elogio alla realizzazione dei suoi progetti, un inno per dire a tutti che ce l’ha fatta nonostante le sue insicurezze. A parte il vestito effetto “nude”, divenuto già iconico, indossato dalla Farragni che rappresentava il disegno del suo corpo e le ultime righe del discorso apparse maggiormente motivazionali, nella sua presenza al Festival a detta della Lucarelli non c’è stato molto di rivoluzionario.

Infatti, durante il monologo per Selvaggia Lucareli, Chiara Ferragni non ha smosso gli animi per davvero poiché non ha messo in discussione la prima causa di diseguaglianza di genere: il patriarcato.

La riflessione di Selvaggia Lucarelli:

“Quando mi hanno detto -molto prima che lo dichiarasse- che il monologo Chiara Ferragni se lo sarebbe scritta da sola (cioè col suo manager, che poi è la stessa cosa), ho avuto la conferma di quello che ho sempre pensato di lei: ha un orizzonte emotivo, professionale e culturale che non va oltre le sue ciabatte Gucci. Non conoscendo nulla del mondo, non avendo interessi o curiosità che non siano se stessa e l’immagine di se stessa che arriva agli altri, non è abbastanza modesta e consapevole da comprendere i suoi limiti e i margini di miglioramento. Ferragni pensa di non aver bisogno di nessuno se non del suo cerchio magico, abitudine tipica di chiunque miri a conservare il suo status circondandosi di adulatori e parenti, e tenendo lontano chiunque provi a dire “forse su questo puoi lavorare”. Il monologo gliel’ha scritto un uomo-manager-stylst- ghostwriter e ormai qualunque cosa, le amiche più fidate sono le sorelle e la madre, il suo scudo mediatico è la stampa amica e ormai uno stuolo di influencer al suo servizio in cambio di elemosina.

Perché forse negli ultimi tempi i più ingenui si sono bevuti la manfrina furba sulle sue paure e sulle fragilità tatuate sulla pelle, ma non è vero che Chiara Ferragni è insicura. Non ha paura di non essere abbastanza, ha paura di fallire, che è un’altra cosa. Il suo non è un problema con se stessa- lei si piace moltissimo- è un problema con l’eventuale dissenso del pubblico. Come tutti i narcisisti patologici ha un’enorme paura di essere smascherata. Da qui il suo terrore, di sempre, delle interviste, perché lei- maniaca del controllo- è l’unica narratrice di se stessa, e assistendo ieri alla conferenza stampa che l’ha costretta per una volta a rispondere con parole anziché con i selfie, viene anche facile capire il perchè. Tra “Un uomo non deve farci sentire da meno”, la mancata comprensione di semplici domande e una povertà lessicale che nemmeno il concorrente tipo di Temptation Island, la sensazione era quella di vedere il re, anzi, la regina senza veli per la prima volta. La Chiara senza vestiti era quella che rispondeva ai giornalisti, non quella in un insolitamente brutto abito Dior”.

“Con quel monologo cringe che creava un imbarazzo nell’ascolto simile a quello di quando sentiamo i genitori che si accoppiano nella loro camera da letto, non parlava alla sua bambina interiore (magari) ma all’adulta bellissima che pensa di essere. Mentre scomodava tutti i problemi del mondo per posizionarsi come ragazza impegnata- mica solo moda e frivolezze- e snocciolava sessismo, hating, maternità, normalizzazione di non so che, bodyshaming, il problema delle falde acquifere tra le fondamenta, la dermatite squamosa e insomma, mancava solo la fame nel mondo ma solo perché madre e sorelle si stavano sconfanando di hamburger per adv, alla fine ti chiedevi: vabbè ma quindi che ha detto?

In effetti nulla. Non c’era un vero focus, perché il focus era dire fintamente a se stessa -bambina quanto è figa, ricca, con una bella famiglia, brava madre e dirlo in realtà al pubblico, auto-assolvendosi da qualunque possibile colpa, limite, lacuna, dando l’idea di aver superato ostacoli e combattuto contro mostri e nemici. – ha continuato Selvaggia Lucarelli – In realtà, si tratta di una ragazza di Cremona nata bella, da famiglia agiata in una ricca cittadina di provincia del nord Italia, ma Chiara Ferragni è un’idrovora 2.0 e i posizionamenti li vuole tutti.

La cosa seria è che ieri, in quella operazione, non c’era uno straccio di pensiero femminista. Era tutto immensamente egoriferito e pensato principalmente con due scopi: per far parlare (la scritta sullo scialle da far diventare un meme, il vestitino con le scritte degli hater, l’abito con il corpo disegnate) e per proteggerla il più possibile dalle critiche (dì che hai paura anzi, fai di più, porta la BAMBINA che eri sul palco e non ti colpiranno).
Ed è così che il suo artefatto manifesto del femminismo si è trasformato nell’operazione più anti-femminista che si potesse partorire.

Quel rimettere il corpo al centro del dibattito e quella fragilità ribadita ogni due secondi con la vocina da bambina lagnosa l’ha messa al centro di una insopportabile nenia paternalistica tra conduttori che continuavano a rassicurarla dicendole “brava”, anche un po’ sorpresi dal fatto che conoscesse i verbi come fosse una bambina scema e “critiche” di giornalisti che “vabbè dai è spigliata”, “pensavo peggio”, “se la cava”. Che voglio dire, devi leggere un cartoncino sul palco a 35 anni, peggio che usare l’intonazione da sciura borghese dei Bagni misteriosi e non azzeccare una vocale aperta e chiusa, cosa doveva fare? Vomitare?

Qualcuno avrebbe dovuto spiegarle che fragilità non è usare la fragilità per costruire uno scudo per le critiche e fottersi pure- tu, privilegiata- lo spazio della (vera) fragilità altrui, ma di fronte ai Ferragnez sono tutti così genuflessi che è inutile cercare di spiegare qualcosa che sia oltre “si è tagliata i capelli”. – ha continuato Selvaggia Lucarelli – Qualcuno avrebbe dovuto spiegarle che femminismo non è quel ruolo da topolino bagnato che “insegnatemi!”, “ho paura!” accanto ai due uomini che sono papà e maestri. Che femminismo non è quei 7 minuti di parole buttate a caso, vuote, con i post scritti sui vestiti anziché su Instagram”.

Insomma, Selvaggia Lucarelli non le lascia scampo ma intanto, attendiamo ansiosi i suoi prossimi commenti per le serate che seguiranno.

a cura di
Staff

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Benedetta D'Agostino

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