Tra Toscana e Sardegna, i viaggi (musicali) di Cinus

Oh, ma chi è questa Cinus che sembra volerci dire che camminare sulle nuvole funziona finché non comincia a piovere, e il passo finisce con il farsi più pesante? Ecco, noi abbiamo proprio voluto scoprirlo fino in fondo, e approfittando dell’uscita del suo singolo d’esordio “Come una carota” abbiamo fatto qualche domanda all’artista…
Ginevra, benvenuta sulle nostre colonne: preparati ad un’intervista un po’ diversa dalle altre, in linea con il nostro stile un po’ sfacciato! Allora, ma che ne sanno gli altri del perché, tra tutti i nomi possibili, hai proprio deciso di chiamarti “Cinus”?! Noi siamo andati a cercare su Internet, e sembra che si “parli in latino”…
Ciao!! Grazie per il benvenuto.
Parto subito, niente di troppo difficile, il mio nome d’arte è molto semplicemente il cognome di mia madre, che è nata in Sardegna. Mi sono sempre sentita anche un po’ sarda (sono toscana, della provincia di Lucca) e inoltre non volevo che il mio nome completo rimandasse esclusivamente alla famiglia di mio padre, utilizzare il cognome di mamma come nome d’arte mi rende più vicina a una parte della famiglia che è stata fondamentale per la mia crescita artistica.
Ma che ne sanno gli altri di come ti sia venuto in mente, dal 2018, di pubblicare solo oggi il tuo singolo d’esordio “Come una carota”: che cos’hai fatto, in tutto questo tempo?
In tutto questo tempo ho frequentato l’università, mi sono iscritta proprio nel 2018 a Filosofia a Torino, in quegli anni ho continuato a suonare un po’ in giro ma mi è sempre mancata, nella mia musica soprattutto, l’autostima necessaria per dare forma al progetto musicale che sto portando avanti adesso.
Ho fatto un anno di servizio civile presso un ufficio turistico, ho sperimentato la mia capacità di fare pancake la domenica mattina e sono stata spesso in pigiama.
Da un anno a questa parte ho ripreso in mano tutto il mio materiale per dargli finalmente la forma che merita. Nessun momento è stato più brutto di quello in cui mi sono fermata con la musica, sono troppo contenta di aver ricominciato seriamente.
Hai cominciato giovanissima a studiare musica: ma che ne sanno gli altri di quali fossero, da bambina, i tuoi sogni nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di fare musica, poter suonare dal vivo, farmi ascoltare e far piacere quello che scrivo. Sono sempre stata convinta di quello che volessi fare. Ho sempre sognato di fare la cantante, anche se poteva sembrare un po’ difficile. Siccome questa è un’intervista un po’ diversa vi dirò un altro sogno che avevo da bambina, niente di troppo eclatante, ma avrei voluto fare anche la ballerina, ho studiato danza, rendendomi conto presto che si tratta di una cosa che non fa per me, mi sento in imbarazzo quando ballo quindi figuriamoci. Poi ho sempre pensato che se con la musica non dovesse funzionare vorrei fare la gelataia, almeno ripiego in altro che mi piace e il gelato mi piace moltissimo, laurea a parte.
Ma che ne sanno gli altri di quali siano i tre dischi preferiti di Cinus.
Influenze musicali a parte, i miei tre dischi preferiti sono “Kid A” dei Radiohead, “Uomo donna” di Andrea Laszlo De Simone e giuro tre sono troppo pochi ma tra i tanti “Sunny Side Up” di Paolo Nutini.
“Come una carota”: ma che ne sanno gli altri di come sia nato il tuo singolo d’esordio? C’è qualche aneddoto speciale, celato dietro il brano? Qualcosa che, insomma, puoi rivelare solo a noi di Machenesannoglialtri.it?
Ho scritto “Come una carota” cercando di raccontare una vicenda scherzosa, ma non nego che quel sogno ad occhi aperti io lo abbia desiderato davvero. Sono una romanticona e l’appuntamento di cui parlo nella canzone lo volevo proprio. Quando il brano già esisteva ho vissuto quell’appuntamento, ambientato a Torino, dove vivevo in quegli anni, ho vissuto l’ansia del primo appuntamento, dell’arrivare in ritardo e l’emozione dell’incontro davanti al bar, questa cosa mi ha sempre fatta sorridere, che quel che avevo scritto si fosse poi realizzato (ma non rimase solo un sogno). Poi quella storia d’amore è finita ma questo è un altro discorso.
Ma che ne sanno gli altri di quali saranno, ora, i futuri progetti di Cinus.
Cosa bolle nella mia pentola insomma! Sto già lavorando con i ragazzi della Notturno Dischi di Lucca alla produzione del mio secondo singolo, che spero possa uscire entro la fine dell’anno. Non voglio certo fermarmi a soli due singoli, voglio andare avanti, vorrei ancora far uscire qualche canzone, arrangiarne di vecchie e di nuove e arrivare a poter finalmente pubblicare un EP.
Progetto presente e futuro: non fermare i concerti.