Verso l’orizzonte con Alberto Vatteroni

Verso l’orizzonte con Alberto Vatteroni

Potevamo perdere l’occasione di lasciarci portare “Verso l’orizzonte” da Alberto Vatteroni, chitarrista e cantautore toscano che, qualche tempo fa, aveva già fatto parlare di sé con un ottimo album e una manciata di singoli ben pensati?

Ecco perché, oggi, siamo qui a fare qualche domanda all’artista indipendente, che ci ha raccontato di lui, della sua voglia di viaggiare (con la mente e con il corpo) e della sua nuova live session registrata negli studi de La Jungla Factory e presto in uscita sulle piattaforme digitali.

Alberto, bentrovato su Machenesannoglialtri, preparati ad un’intervista un po’ diversa dalle altre, in linea con il nostro magazine: allora, ma che ne sanno gli altri di chi sia Alberto Vatteroni? Diccelo usando solo frasi delle tue canzoni.

“All’anagrafe son 27, per come mi sento dividi per due.. infondo un numero non conta niente, l’importante è come ci si sente”. “Non ho mai desiderato essere pieno di molte false certezze che nessuno tanto ti può dare, convinto solo della mia spina dorsale, ho maturato le mie cicatrici, giusto quelle per essere felici…”. “Quante improbabili combinazioni, quanti scenari colmi di emozioni …e sensazioni. Mille e mille possibilità, dentro: un fiume che scorre in piena …di volontà”. “A volte penso di andar via […] e ho bisogno di scappare, ricordare chi ero prima, ma…”“mi ritroverai negli occhi tuoi:  una goccia del fiume del tempo che non si asciuga mai”. 

“In bilico; avvolto nel profondo tra corpo e anima, […] come sabbia tra le dita corri vita”. “Non accetto sia deciso per me il mio destino ne il tuo, perchè nessuno, certo, può dire qual’è il limite”. “Informazione: parole vuote; tra inganno e realtà: sottile linea”. “Ormai non so più riconoscere il vero, se tu sei sogno o realtà, il fatto è che non c’è più niente per me che tenga fede..”.”Tra stelle e Dei io vivrò, con latte e miele mi laverò e tutto ciò che sfiorerò come d’incanto oro diverrà..”

Raccontaci un po’ di te, di cosa hai fatto in questi ultimi mesi e di cosa farai nei prossimi: da dove vieni, insomma, ma soprattuto dove sei diretto! 

Sono da poco rientrato da una bellissima esperienza di tre mesi imbarcato come musicista su navi da crociere: è stato intenso, conoscere artisti da tutto il mondo, suonare tanto live (col covid mi era mancato). Ho imparato tanto e ho avuto modo di pensare a nuove idee. Ora, a casa e in studio, è il momento di svilupparle. Nel frattempo c’è una bella novità: un video live da “La Jungla Factory” del mio brano “Verso L’orizzonte” in una nuova veste acustica.

Hai pubblicato, fin qui, un album molto intenso, dalle forti sfumature prog seppur contaminato di una matrice fortemente “cantautorale”: dicci i tre album che hanno segnato il tuo percorso di “formazione”, e poi indicane altrettanti che negli anni hai scoperto non essere poi così “incredibili”…

I miei attuali riferimenti sono molto cambiati da allora. Solo tre è difficile, comunque negli anni subito prima del album tra gli altri direi: Absolution (Muse), In Absentia (Porcupine tree) e Thirty second to mars (Thirty second to mars). Sinceramente non ho mai avuto grandi ripensamenti su nessun album in particolare, semplicemente lo smetto di ascoltare e passo ad altro quando lo ho ascoltato ormai troppe volte. Per non fare torti e rispettare una sorta di equilibrio li sceglierò dagli stessi tre nomi: Simulation Theory (Muse), On the Sunday of Life (Porcupine Tree), This Is War (Thirty second to mars).

E arriviamo al presente: ci racconti come nasce l’idea della live session registrata in Jungla Factory?

Volevo provare a rivalorizzare il brano con un nuovo vestito e sono molto soddisfatto di come si sia impreziosito in questa versione più intima. 

Tra l’altro, questo è il secondo di due brani registrati così, dal vivo: esiste una connessione tra le due tracce? Perché hai scelto proprio queste?

“626”  e “Verso L’orizzonte” si prestavano ad un arrangiamento acustico per duo (due chitarre, voce e piano), col chitarrista Luca Giampietri le abbiamo suonate varie volte dal vivo in questa veste più spoglia, essenziale. 

Ma che ne sanno gli altri di cosa voglia dire “lavorare con/nella musica”? Tu, Alberto, pensi che sia possibile, oggi, vivere di musica?

L’esperienza in nave come musicista mi ha dimostrato che è possibile anche se comporta una vita particolare.

Ma che ne sanno gli altri di quando risentiremo parlare di Alberto Vatteroni?

Non ne sanno niente. Non ancora… ecco perché li avviso io ora: presto, molto presto! Con un nuovo singolo, già pronto, che aspetta il momento propizio per essere pubblicato.

Ilaria Rapa

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