Le mille vite di Scaramuzza, che è fatto proprio così

Marco Scaramuzza, o – come leggiamo dai suoi profili sociali e Spoty – solo Scaramuzza, perché un cognome può diventare un timbro unico, speciale e definitorio: Scaramuzza, e tutto già suona e (ri)suona in un modo diverso, più rotolante, con quel qualcosa di bischero che ricorda l’odore del porto, le promesse dei marinai, gli sguardi degli invisibili…
E in effetti, è proprio gli “invisibili” che Scaramuzza (che allora non aveva ancora “perso il nome”) dedicava un anno fa il suo EP d’esordio, pubblicato da completo indipendente e lavorato con un approccio completamente diverso – a livello musicale – rispetto all’ultimo singolo “Sono fatto così”, fuori da qualche giorno per Formica Dischi ed evidente punto di “ripartenza” di un progetto che sembra ben deciso a mettersi sempre più “a fuoco”.
Noi, per saperne qualcosa di più su Marco e sulla sua musica, abbiamo deciso di fare qualche domanda al cantautore, e ne è uscita una delle solite chiacchierate assurde (e dal solito consueto alto, potente e fascinosissimo afflato culturale!) che piacciono a noi della Redazione.
Insomma, ma che ne sanno gli altri di quello che sappiamo noi, della scena di oggi!
Marco Scaramuzza, cantautore veneziano con il “viaggio” nel cuore e la valigia sempre pronta alla partenza; preparati ad un’intervista particolare, che da queste parti non si scherza: benvenuto su Machenesannoglialtri! Partiamo col botto: ma che ne sanno gli altri di chi diavolo sia Marco Scaramuzza, protagonista di questa intervista?
Ciao ragazzi! Non ne ho idea di cosa sappia la gente di Marco Scaramuzza, dovreste chiederlo a loro.
Sono un cantautore veneziano che cerca di stare bene comunicando ciò che prova distendendo parole sopra a suoni. Vengo dal mondo teatrale e mi nutro viaggiando, dipingendo e incontrando persone. Ricerco.
Certo, noi sappiamo chi sei da ben prima di farti queste domande: ma che ne sanno gli altri di chi fosse Scaramuzza prima di diventare il fior di cantautore che è? Insomma, cosa si nasconde negli angoli della tua vita, quali sono quelle “altre cose” che oggi fai oltre alla musica (se esiste un qualcosa “oltre” la musica…)?
Scaramuzza oltre alla musica è un ragazzo che cerca di trovare il proprio equilibrio tra libri, pittura e viaggi. Oltre a questo, si è laureato in economia (per sbaglio) e si è formato teatralmente nel territorio veneziano. Gestisce anche immobili, si.
“Gli Invisibili” è il titolo del tuo primo EP, pubblicato ormai diversi mesi fa: ma che ne sanno gli altri di cosa rappresenti oggi, per te, quel tuo primo esordio speciale?
Sono molto affezionato al mio primo Ep perché è nato con grandissima naturalezza, avevo preso la chitarra in mano da poco più di un anno e quasi automaticamente ho sentito che il suono dello strumento non mi bastava, dovevo aggiungere la mia voce. L’evoluzione è stata veloce e ho deciso di pubblicare autonomamente i brani senza produzione per potermi mostrare con verità anche con i miei limiti, trovo molta bellezza nello sbocciare senza paura.
Ovviamente ora mi sento diverso e più maturo, vedo però “Gli Invisibili” come: “Ok, io sono questo, parto da qui, iniziamo a camminare”
Oggi invece torni con “Sono fatto così”, e ognuno finisce un po’ con il ritrovarsi nelle tue parole (anche un po’ amare): ma che ne sanno gli altri di quali siano le “favole” alle quali Marco Scaramuzza “preferisce non credere”?
Non voglio credere al fatto che tutto ciò che viene mostrato nella sua bellezza non possa nascondere una grande ombra, una sofferenza. Penso che siamo bombardati di bellissime immagini e bellissime parole, questo, a volte, aiuta le persone a nascondere le proprie verità e ciò che si prova.
Detto questo ammetto di credere nelle favole, sono un grande sognatore. La trama deve essere interessante però.
Ma che ne sanno gli altri di quali siano i piani malefici che il buon Scaramuzza ripone (e ben nasconde) nel cappello? Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo immediato futuro?
Usciranno altri 5 brani molto diversi tra di loro che sono stati vestiti perfettamente dal producer Novecento. Ci sarà la Colombia, ci sarà la strada, ci sarà Miss Italia, pianeti e molte altre cose. Sperimentazione prima di tutto.