Simone Galassi racconta “Replica”

Il 24 giugno è uscito “Replica”, il nuovo singolo di Simone Galassi. Il brano, come il precedente,è un viaggio nel mondo del cantautore. Un mondo dove a volte c’è bisogno di rimboccarsi le maniche per continuare a credere nei propri sogni.

Ciao Simone Galassi, parlaci del tuo nuovo singolo. Come è nato “Replica”?
“Replica” è una canzone nata attraverso una visione quasi sognante di alcuni momenti chiave che nel corso degli hanno avuto un impatto visivo o emotivo su di me. Cerca di fotografare lo stato d’animo di chi prova ad essere in pace con poco o niente! Non sempre è chiaro fin da subito il significato vero di ciò che scriviamo, a posteriori sono certo che l’urgenza di questo brano provenisse dalla convivenza dello sconforto che si prova nell’essere sconfitti da se stessi e il conforto nel riguardare le polaroid collezionate in un’esistenza edulcorata e piena di relazioni umane, che mentre ti fanno soffrire sublimano il percorso.
Quali sono gli artisti che hanno influenzato la tua musica?
Leonard Cohen, Justice, Mgmt, Neutral Milk Hotel, Nick Cave, Jhonny Cash, Gorillaz, Arcade Fire, David Bowie, Placebo, Daft Punk, Green Day, Paolo Conte, Angel Olsen, Tom Waits, The Strokes, The Libertines, Mac Miller, Benjamin Biolay, SoKo, Abba, Carla Bruni, Guccini, De André, Robert Johnson, The White Stripes, Frank Sinatra, Alex Cameron, Lana Del Rey, Piero Ciampi, Battiato…
Sono una minima parte e in ordine sparso perché sarebbe troppo lunga una spiegazione del collocamento temporale di ogni scoperta e innamoramento, inoltre non saprei citare chi ha influenzato il sound con precisione. Ognuno di questi artisti ha la capacità di comunicare qualcosa di preciso che mi ha fatto sentire compreso, che mi ha fatto piangere, scatenare, urlare e ballare senza inibizioni o semplicemente mi ha cullato nel dolore. Questa è stata l’influenza maggiore sulla mia musica, scavare in fondo abbastanza da trasmettere quell’abbraccio che altri hanno trasmesso a me. Lasciare canzoni che durano per sempre, che siano per pochi o per tanti.
C’è qualcuno con cui ti piacerebbe duettare?
Mi piacerebbe molto duettare con Loretta Goggi creando una versione sperimentale, intima e sofferta del suo storico singolo “Maledetta Primavera”.
Hai girato il mondo, puoi raccontarci qualche aneddoto simpatico?
Una volta presi un volo da Guangzhou verso Roma, doveva essere una tratta unica senza scalo.
Dopo circa tre ore di viaggio, mentre eravamo tutti un po’ assonati nel cuore della notte, le assistenti di volo ci avvisano che stiamo per fare un atterraggio d’emergenza nell’aeroporto di Wuhan, per un controllo passeggeri. Nessuno ci spiegò il perché, credo stessero cercando qualcuno. Ricordo come fosse ora la sensazione che provai nell’attesa con tutte quelle persone un po’ sballottolate in questo aeroporto deserto con solo autorità cinesi al controllo bagagli e passaporti. Le autorità che ci controllarono avevano uno sguardo gelido, non proferivano parola mentre si cimentavano minuziosamente nei controlli, e ricordo che al termine si doveva indicare la qualità del servizio premendo l’emoji che corrispondeva al livello di soddisfazione. Cattiva (faccia triste), normale (faccia seria), ottima (faccia felice). Ero tentato dal premere normale, perché la faccia mi ricordava la stessa espressione delle guardie, ma decisi di non rischiare!!
Se mi avessero detto quella sera che da quel posto che ricordo come uno strano sogno ambientato in Cina, si sarebbe originata la pandemia mondiale che ha cambiato le nostre vite, mi sarei fatto una grassa risata.
Noi siamo un blog per i nostalgici degli anni 90, hai qualche bel ricordo legato a quel periodo?
Gli anni 90 per me sono stati la piena infanzia essendo classe ’91. Ho molti bei ricordi vividi, ne ho anche di pessimi. Ne ho anche vari di quelli che rimembri sentendoti un po’ come ti sentivi al tempo. Tipo la catena di Sant’Antonio che verso la fine degli anni ’90, nonostante l’avvento delle e-mail, si diffondeva anche per lettere o bigliettini. C’erano quelli che ignoravano i messaggi del tipo “se non spedisci questa lettera a tutti qualcuno in famiglia morirà”, quelli che se la vivevano tranquillamente, che non ci credevano ma in fondo un po’ ci pensavano e quelli che abboccavano. Io ricordo un misto di paura ed estrema curiosità di capire cosa ci fosse dietro questo modo di passarsi messaggi e quale fosse lo scopo. Oggi mi è ben chiaro, essendo una tattica di diffusione molto utilizzata nel dominio digitale.
Prossimi progetti?
Stiamo per far uscire il merchandise realizzato in collaborazione con l’artista Rame13, la quale ha disegnato il tarocco “Le Jugement” attraverso figure chiave per l’immaginario di questo disco, e attraverso la sua inconfondibile immaginazione. Il significato di questa carta è molto vicino ai concetti che il mio disco esprime.
Inoltre abbiamo in programma altri due singoli prima di rinchiuderci in studio per terminare il disco in uscita ad inizio 2023.