Zerella ci parla del suo nuovo EP “Tutto quello che cercavi”

Zerella è un cantautore, classe ’93 cresciuto tra i dischi, le musicassette e i videogiochi. Torna il 31 maggio con un nuovo EP intitolato “Tutto quello che cercavi”, per Tripponi’ Factory composto da sei brani di cui uno “All’una con te” è in featuring con Il Ciani (Botanici).
Zerella torna con un nuovo EP “Tutto quello che cercavi“, in cui si tenta di mostrare l’animo intimista del cantautore. La tematica che più viene evidenziata è sicuramente da ricercare nella precarietà emotiva e personale, facendo si che le sei canzoni dell’autore definiscano un contesto d’amore sociale.
Noi di “ma che ne sanno gli altri” abbiamo intervistato Zerella!

Ciao Zerella, benvenuto su “Ma che ne sanno gli altri”! Parliamo subito del tuo nuovo EP “Tutto quello che cercavi” e partiamo dal titolo: mentre scrivevi i tuoi testi eri alla ricerca di qualcosa in particolare? Ad oggi, cosa speri gli altri riescano a trovare al termine dell’ascolto?
Scrivo sempre o quasi sempre perché mosso dall’ispirazione, tendo a evitare le scritture “ad argomento”. Spero che chi ascolta possa trovare interessante il mio disco e magari seguirmi sui social.
In “Tutto quello che cercavi” è presente una critica sociale nei confronti di alcuni stereotipi rimarcati. Quali sono i tuoi ideali e cosa speri i tuoi testi possano comunicare?
Gli stereotipi marciano a fuoco questa società e purtroppo dubito si possano mai debellare del tutto. Quello che non io, ma ogni artista dovrebbe fare è schierarsi sui temi sociali. Non sto dicendo che chi non lo fa è una merda, ma semplicemente che il ruolo sociale e quello dell’intrattenimento musicale non possono essere slegati per tutta la carriera musicale.
Lo stile indie si intreccia perfettamente con la tua attività da cantautorato. C’è qualche artista in particolare che ha ispirato maggiormente la tua musica?
Non saprei farti qualche nome senza tralasciare qualcuno che credo importante. Insomma, verrebbe fuori un listone assurdo.
I tuoi testi sono ricercati e profondi, spesso sembrano dei flussi di coscienza in grado di accarezzare senza opprimere. Che valore ha per te la produzione dei testi e in che modo questo ti fa sentire legato alla musica?
I testi sono molto importanti per me. È l’aspetto della canzone a cui tengo di più. Potrà sembrare vintage, anzi, anacronistico ma è così. Non considero compiuta una canzone finché tutto il testo non mi va bene, fino all’ultima parola.
Fin dai greci musica e testo si intrecciano e si influenzano a vicenda e credo che questo valore si stia perdendo, lasciando spazio a iper-produzioni spesso troppo vuote di contenuti.
Durante la produzione artistica non è raro sentirsi legato maggiormente a qualche pezzo in particolare. Nel tuo nuovo EP c’è qualche traccia a cui sei maggiormente legato?
“I tuoi denti” è un brano che sento molto a livello emotivo, come pure “Forassite” che ho coscritto a distanza (già prima della Pandemia) con il mio amico coautore Francesco Mària
Parliamo del pezzo riproposto “All’una con te”. Come nasce la collaborazione con Gianmarco Ciani?
Con Ciani ci conosciamo, ormai, da più di un lustro e da sempre ci eravamo ripromessi di collaborare. Il restyling del brano ha permesso di impreziosire il tutto con la sua voce e una sua chitarra aggiuntiva.
L’ormai lontano periodo del lockdown ha portato molti artisti alla ricerca di parole nuove per esprimere le proprie sensazioni. In che modo il periodo appena passato ha inciso sulla tua produzione?
Ho difficoltà nel parlare lucidamente del lockdown. Ha inciso così tanto nella vita di ognuno che non sono in grado, oggi, di farti un bilancio.
Domanda di rito obbligatoria: hai già dei progetti futuri?
Sì, e li scoprirete seguendomi sui social! @zerellamusica per FB e IG mentre sono sbarcato da poco anche sul leggerissimo Tiktok.
a cura di
Valentina Vitrani